Tessera del tifoso, per gli Ultras non argina il problema della violenza

TERAMO – Dopo una manifestazione pubblica per dire “No” alla tessera del tifoso, gli Ultras tornano a prendere posizione sull’argomento in risposta a una nota diffusa dalla questura per sottolineare i valori dello sport che lo strumento promuove. La vedono diversamente i ragazzi della Est secondo cui il problema della violenza negli stadi non può essere risolto con la violazione di diritti sanciti dalla Costituzione, quali la libera circolazione del cittadino sul territorio nazionale e la rieducazione sociale del condannato. “La tessera – si legge in un comunicato diffuso dagli Ultras – non è uno strumento di fidelizzazione, ma uno strumento repressivo e commerciale che ha l’obiettivo di schedare chi assiste ad una gara di calcio e trasforma il tifoso in un cliente della società di calcio che diventa così l’acquirente di un prodotto e non più un genuino appassionato di uno sport popolare”. “La tessera – prosegue il comunicato degli Ultras – non esenta dalle eventuali restrizioni per le partite né in casa né in trasferta: se una partita è dichiarata a porte chiuse dalle autorità competenti la restrizione viene applicata a tutti, tesserati e non, venendo meno, quindi, alle premesse della tessera stessa”. Per la tifoseria la tessera non ha validità nemmeno come strumento di contrasto alla violenza. “I dati sulla flessione del fenomeno delinquenziale all’interno degli stadi dal 2007 – spiegano gli ultras – sono da rapportare al consequenziale calo di spettatori all’interno degli stadi italiani stessi, e non invece a strumenti che, al contrario hanno spesso ricreato pericolose promiscuità tra tifoserie opposte riportandoci di fatto, in tema d’ordine pubblico, indietro di 20 anni”. “La repressione- concludono gli ultrà – è servita esclusivamente a scoraggiare sempre più persone ad andare allo stadio. Teramo non si tessera”